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Visualizzazione dei post da giugno, 2020

Ewa a supporto delle donne

Segnalo questo bellissimo articolo della bravissima e attivissima Alessia Centioni:  articolo Centioni 🥰🥰🥰🥰

L'infinito di Leopardi rivisitato

L’infinito di Leopardi ha compiuto 200 anni: eccola riscritta in dialetto napoletano.  L’aggio tenuto sempe dint’ ’o core stu pizzo ’e muntagnella sulitaria e st’arravuoglio ’e frasche ch’è nu muro ca m’annasconne addó fernesce ’o mare. Ma si m’assetto e guardo i’ me figuro ’na luntananza ca nun tene fine, ’nu silenzio ca mai nisciuno ha ’ntiso, ’na pace ’e Dio ca manco mparaviso. Troppo pe’ n’ommo, quase fa paura. E quanno ventulea mmiez’ a ’sti fronne chillu silenzio ca me dà ’o scapizzo cu ’sta voce d’ ’o viento se cunfronna e me veneno a mente ’e ccose eterne ’nzieme cu chelle ca se so’ perdute e penzo ’e tiempe ’e mo e ne sento ll’eco. Cu ’o penziero me sperdo int’ ’o sprufunno e doce doce me ne vaco ’nfunno.. Fantastico! La bellezza di alcuni dialetti italiani è infinita...La riscrittura non è mia, purtroppo: l'ho ricevuta in una delle famose "catene whatsapp", ma meritava una pubblicazione! Ne approfitto per ringraziare il geniale autore!!! 

Un PC non può sostituire una scuola

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Questa immagine circola su Internet da qualche settimana e devo riconoscere che l'ho trovata geniale sin da subito! Inutile dire che sono d'accordo al 100% con il messaggio che lancia. Un PC è e resterà sempre uno strumento, un mezzo, ma non potrà mai essere un ambiente di istruzione! È un oggetto prezioso e imprescindibile praticamente per tutti, ma non ha un elemento essenziale: la socialità. Non si impara da soli. Non si cresce nell'isolamento.  Si studia insieme! Si cresce nella relazione sociale. Per questo la DaD da sola non sarà mai la Nuova scuola! Può essere solo un suo surrogato! 🤓🤓🤓🤓🤓

DaD sì vs DaD no

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Manca poco meno di una settimana al suono della campanella di fine anno, ma nessuno di noi riesce neanche ad immaginarla. Eppure si tratta di uno di quei momenti che nessuno studente si perderebbe per nessun motivo al mondo: l'ultimo giorno di scuola le classi sono quasi sempre piene e tornano in classe persino quegli studenti che nell'ultima settimana avevano smesso di frequentare (per stanchezza, per la pressione del bel tempo, perché hanno ormai gettato la spugna sulla possibilità di recuperare...). Eppure quest'anno non ci pensiamo. Perché non è stato un anno come tutto quelli precedenti, ovviamente. Il 5 marzo all'improvviso è cambiato tutto e abbiamo cominciato a modificare il codice generico dell'Istruzione. Abbiamo detto ai ragazzi di stare a casa e di provare a studiare da lì. Da un giorno all'altro siamo passati senza colpo ferire da una didattica "tradizionale" (ma nessuno sentiva neanche l'esigenza di accostare un aggettivo