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Visualizzazione dei post da dicembre, 2023

Sulla preziosità impalpabile dei libri

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«È sciocco pensare che si debbano leggere tutti i libri che si comprano, come è sciocco criticare chi compra più libri di quanti ne potrà mai leggere. Sarebbe come dire che bisogna usare tutte le posate o i bicchieri o i cacciavite o le punte del trapano che si sono comprate, prima di comprarne di nuove. Nella vita ci sono cose di cui occorre avere sempre una scorta abbondante, anche se ne useremo solo una minima parte. Se, per esempio, consideriamo i libri come medicine, si capisce che in casa è bene averne molti invece che pochi: quando ci si vuole sentire meglio, allora si va verso "l’armadietto delle medicine" e si sceglie un libro. Non uno a caso, ma il libro giusto per quel momento. Ecco perché occorre averne sempre una nutrita scelta! Chi compra un solo libro, legge solo quello e poi se ne sbarazza, semplicemente applica ai libri la mentalità consumista, ovvero li considera un prodotto di consumo, una merce. Chi ama i libri, sa che il libro è tutto fuorché una merce.»

Dante a Tor Bella Monaca (letteralmente)

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"Certi viaggi nun sò belli, frà!"  Nel mezzo del cammin! Ovvero nel mezzo di un viaggio, un trip (come dicono i giovani protagonisti nel loro eloquio). Un lungo salto spaziotemporale catapulta il Sommo dal Trecento ai giorni nostri. In un posto non scelto a caso, ma precisissimo e caratterizzante: Tor Bella Monaca. Meglio ancora (per chi li ha riconosciuti) nei bellissimi giardini del liceo Amaldi, una specie di boschetto personale dove i nostri studenti hanno la fortuna di poter scorrazzare, quando vogliono.  Ovviamente l'impatto è enorme: Dante è vestito in modo a dir poco bizzarro agli occhi dei ragazzi che se lo vedono piombare davanti dal nulla (in una scena che ricorda molto da vicino quella similare del film di successo "Sono tornato"). E altrettanto strambi e bizzarri sembrano loro agli occhi di lui, che parla in terzine e non riesce a "rappare" come invece fanno loro con agio. Ma basta pochissimo (una chiacchierata su una panchina,

Elogio (fattivo) del Classico

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Un'altra giornata qualunque. In attesa di entrare in classe tornavo verso la sala professori dal nostro prezioso punto ristoro, in cui avevo appena degustato in ottima compagnia un caffè buonissimo (a proposito: hanno appena cambiato miscela e il risultato è qualcosa di superbo: un caffè non solo buonissimo  ma tanto profumato che sembra macinato al momento...). Davanti alla sala prof intravedo due ragazze, che da lontano ovviamente non identifico. Mi avvicino e le riconosco: sono due ex studentesse del quinto classico dello scorso anno, due "mature" e neostudentesse universitarie  (le famose  "matricole").  Una era vestita in modo casual, quello per lei solito; l'altra aveva un leggero tocco di formalità (ma senza esagerare). Scopro che in mattinata è impegnata con esame all'università (c.v.d.). Però ha trovato il tempo e la voglia di fare un salto alla sua "vecchia scuola" insieme alla sua "vecchia" compagna di classe. Per un gradit

Una lezione qualunque, con fulmen in clausola!

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Oggi in classe prima, seconda e terza ora: esercitazione di greco CON VOCABOLARIO.  Gli studenti avevano avuto indicazione di portare il loro personale da casa: dei 27 studenti presenti, tantissimi Montanari (noto come "Gi"), tre Rocci (due di vecchia edizione, uno di nuova) e addirittura un prezioso Liddell-Scott.  Versioncina brevissima e semplicissima, ovviamente: lo scopo non è verificare chissà che conoscenze, ma conoscere lo strumento di lavoro.  Si lavora in silenzio: ognuno è chino sul suo vocabolario come da me indicato (esatto, perché esiste persino la "giusta postura" per la consultazione ottimale dei vocabolari di latino e greco, non lo sapevate?).  Chi trova tutto da subito perché velocissimo nell'atto dello sfogliare, chi cerca e non trova, chi non trovando mi chiama, chi si dispera ("Prof, non trovo nulla!"), chi lavora consultandosi con il vicino di banco ("Tu che hai trovato?", "Ma boh! io trovo cose mistiche

Ex alunne ormai colleghe!

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Oggi al mio liceo, in una giornata primo decembrina che sembrava tardo primaverile, all'interno delle attività di orientamento scolastico  abbiamo iniziato  un corso di avviamento allo studio delle lingue classiche (che nel nostro liceo prese avvio magnificamente nel lontano 2017).  Si tratta, in sostanza, di avviare le future matricole amaldine all'amore per il mondo classico (greco, ma anche romano).  Quest'anno ne sono arrivati più di sessanta (e chi si aspettava un simile boom di iscrizioni?), quindi per un'ora e mezza ho intrattenuto uno stuolo di ragazzini vocianti di terza media,  cercando di spiegare loro l'importanza del latino e del greco ai nostri giorni, la nascita della lingue romanze, piccoli cenni del metodo comparativo, curiosità lessicali ed etimologiche e quant'altro.  Ad un certo punto una ragazza mi chiama e mi dice: "Professoressa, lo sa che la nostra professoressa è una sua ex alunna? Ci ha detto che Lei è una b

I Classici e noi

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Il nostro rapporto con i testi e con il mondo classico sta tramontando dal punto di vista della lettura diretta, ma non dal punto di vista concettuale e politico, dice Luciano Canfora #QuanteStorie #RaiTre Per approfondimento  consiglio questa breve e snella lettura, molto stimolante: