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La poesia eternatrice

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Per i morti della Resistenza Qui Vivono per sempre Gli occhi che furono chiusi alla luce Perché tutti Li avessero aperti Per sempre Alla luce Giuseppe Ungaretti

Vanità in guerra

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Vanità D’improvviso è alto sulle macerie il limpido stupore dell’immensità E l’uomo curvato sull’acqua sorpresa dal sole si rinviene un’ombra Cullata e piano franta.   Giuseppe Ungaretti

Soldati

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Soldati Si sta c ome  d'autunno sugli alberi le foglie Giuseppe Ungaretti

In guerra

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Commiato Gentile Ettore Serra poesia è il mondo l’umanità la propria vita fioriti dalla parola la limpida meraviglia di un delirante fermento Quando trovo in questo mio silenzio una parola scavata è nella mia vita come un abisso Giuseppe Ungaretti

Parole di guerra

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Pellegrinaggio In agguato in queste budella di macerie ore e ore ho strascicato la mia carcassa usata dal fango come una suola o come un seme di spinalba Ungaretti uomo di pena ti basta un’illusione per farti coraggio Un riflettore di là mette un mare nella nebbia. Giuseppe Ungaretti 

Fratelli in guerra

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Di che reggimento siete fratelli? Parola tremante nella notte Foglia appena nata Nell'aria spasimante involontaria rivolta dell'uomo presente alla sua fragilità Fratelli Giuseppe Ungaretti

Un poeta in guerra

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SAN MARTINO SUL CARSO Valloncello dell’albero isolato il 27 agosto 1916 Di queste case Non è rimasto Che qualche Brandello di muro Di tanti Che mi corrispondevano Non è rimasto Neppure tanto Ma nel cuore Nessuna croce manca È il mio cuore Il paese più straziato Giuseppe Ungaretti

Esperienze di guerra

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VEGLIA Un’intera nottata Buttato vicino A un compagno Massacrato Con la bocca Digrignata Volta al plenilunio Con la congestione Delle sue mani Penetrata Nel mio silenzio Ho scritto Lettere piene d’amore Non sono mai stato Tanto Attaccato alla vita. ( Cima Quattro il 23 dicembre 1915)  Giuseppe Ungaretti

La guerra nelle pagine di poesia

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SONO UNA CREATURA Come questa pietra Del S. Michele Così fredda Così dura Così prosciugata Così refrattaria Così totalmente Disanimata Come questa pietra È il mio pianto Che non si vede La morte Si sconta Vivendo. (Valloncello di Cima Quattro il 5 agosto 1916)  Giuseppe Ungaretti