Gli studenti, strumenti di un'orchestra

"Ogni studente suona il suo strumento, non c'è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l'armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un'orchestra che prova la stessa sinfonia. E se hai ereditato il piccolo triangolo che sa fare solo tin tin, o lo scacciapensieri che fa soltanto bloing bloing, la cosa importante è che lo facciano al momento giusto, il meglio possibile, che diventino un ottimo triangolo, un impeccabile scacciapensieri, e che siano fieri della qualità che il loro contributo conferisce all'insieme. Siccome il piacere dell'armonia li fa progredire tutti, alla fine anche il piccolo triangolo conoscerà la musica, forse non in maniera brillante come il primo violino, ma conoscerà la stessa musica. Il problema è che vogliono farci credere che nel mondo contino solo i primi violini“ —  Daniel Pennac, Diario di scuola III, 7, pp. 107-108. 

Ho riletto questo passo abbastanza noto qualche giorno fa e non ho potuto far altro che ammirarne linguaggio, immagini, metafore. Pennac sembra conoscere bene il mondo della scuola e dello studio in generale... 
Secondo me l'errore parte da questo assunto: "Il problema è che vogliono farci credere che nel mondo contino solo i primi violini". 
Nella scuola (e nella vita) NON ci sono solo i primi violini, ma tanti strumenti che suonano insieme! 
I curiosità dalla metafora, sono andata ad approfondire e ho scoperto quanto segue: 

"La prima orchestra stabile fu formata intorno al 1720 presso il palazzo dell’elettore (cioè il governatore) di Mannheim, in Germania. (...). Nei secoli il numero degli strumenti è cresciuto fino alla composizione attuale, che può raggiungere anche i cento elementi. Gli strumenti sono divisi in famiglie. La più grande e la più importante è quella degli archi (...) come violino, viola, violoncello e contrabbasso. Sono gli strumenti che si suonano sfregando un archetto sulle corde. A volte (se il brano lo richiede) le corde possono invece essere pizzicate con le dita. Poi c’è la famiglia dei legni: oboe, clarinetto, flauto e fagotto. Per suonarli i musicisti devono soffiarci dentro.A nche la famiglia degli ottoni è a fiato, ma rispetto ai legni è molto più rumorosa. (...) a questo gruppo appartengono tromba, corno e trombone: per far uscire le note ci vogliono dei bei polmoni. L’ultima famiglia dell’orchestra è formata dalle percussioni: questa sezione raccoglie gli strumenti più diversi per forma e tipo, ma tutti uniti dal principio che per creare un suono vanno colpiti, percossi". 

La scuola è una vera e propria orchestra. Nei progetti di istituto gli strumenti sono tutte le classi, nell'attività scolastica curricolare sono gli studenti di ogni singola classe. 
Anche in questo caso, come in molti altri, la scuola deve essere maestra di vita... L'importante è esserci e non autoisolarsi, l'importante è accordarsi al resto dell'orchestra, l'importante è dare il proprio prezioso contributo, l'importante è avere uno stesso nobile scopo: incuriosirsi, approfondire, impegnarsi, credere in sé stessi. 
Ecco perché il mestiere del docente è tanto delicato: dobbiamo educare senza cessare, correggere senza mortificare, indicare la strada senza opprimere. Si tratta di una sorta di "direttore d’orchestra. È una figura che ricorda un po’ un allenatore sportivo, un po’ un mago (non a caso dirige usando una bacchetta). Durante un concerto non può mai distrarsi perché deve fare in modo che tutti suonino allo stesso tempo: nessuno troppo veloce o troppo lento".
Vi sembra facile? No, non lo è per niente... Richiede in primis amore per il proprio lavoro, in secundis (tutte ex aequo) simpatia, empatia, capacità motivazionale, apertura mentale, capacità di osservazione, una buona infarinata di pedagogia, alcune conoscenze base di psicologia dell'età evolutiva, capacità di adattamento, stakanovismo allo stato puro. 

Ma questo non è un grande problema: chi sceglie di "fare il professore" (come va di moda dire) lo fa per un innato senso di propensione al lavoro missionario e si mette in discussione tutti i giorni, cercando di perfezionarsi di giorno in giorno. 

Il problema, semmai, è la valutazione scolastica... Senza valutazione e pare non poter esistere sistema scolastico. Però è proprio questo il punto dirimente: come fare scuola senza escludere? I voti negativi escludono, non c'è alcun dubbio. L'assenza di voti rischia, al contrario, di essere un "tutti dentro", a scapito della qualità della preparazione.... 

E allora? 
Allora sarebbe giunto il momento di ipotizzare un altro sistema valutativo. Quale? Si accettano proposte... 

(Fonte: focusjunior.it) 

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