La gentilezza come gesto ribelle

Praticate gentilezza a casaccio e atti di bellezza privi di senso. [Anne Herber]

Sono sempre stata attirata da questa affermazione, che ogni tanto circola sui social. Poi, qualche tempo fa, l'ho sentita pronunciare in TV (mi pare che fosse nel programma "Le parole della settimana" condotto dal grandissimo Massimo Gramellini) e mi è venuta voglia di saperne di più... 
Ho cercato sul web e ho trovato quanto segue: "Questa frase è stata scritta da Anne Herbert su una tovaglietta di carta, in una tavola calda di Sausalito, in California, nel 1982 e da allora ha fatto e continua a fare il giro del mondo. Dice la Herbert: «La gentilezza può generare gentilezza tanto quanto la violenza genera violenza», una specie di bontà da guerriglia, di contagio piacevole. La gentilezza è difficile da definire ma facile da riconoscere, sono gentili quelle azioni “amorevoli”, rispettose, emotivamente attivanti, che suscitano il sorriso e la gratitudine in chi le riceve, una sorpresa piacevole, un inaspettato senso di benessere"... 

Non posso che concordare con questa presentazione, che sa non di gesto caritatevole, ma di empatia, di ricerca di benessere, di significato della vita. Del resto, sappiamo tutti che il beneficio di una gentilezza va ben al di là della sfera etica (o religiosa, se preferite...).
Ho trovato scritto, infatti, che essa rende più felici (perché quando si è gentili  si sorride, ed i livelli di dopamina, endorfine e serotonina nel cervello aumentano, con la conseguente sensazione di benessere; recenti test su studenti preda di una forma specifica di ansia indicano infatti che gli atti di gentilezza sono efficaci per alleviare la fobia sociale), fa bene al cuore (perché l’atto gentile procura calore emotivo e produce ossitocina, che ha un ruolo significativo per abbassare la pressione e proteggere il cuore), rallenta l'invecchiamento (perché l'ossitocina riduce i livelli di radicali liberi ed ha effetti anti-infiammatori, rallentando l’invecchiamento alla fonte), migliora le relazioni (perché riduce la distanza emotiva tra le persone, fa percepire una maggiore connessione e agevola la comunicazione; qualsiasi messaggio, se veicolato in un parlato gentile, giunge infatti più facilmente a destinazione nella sua interezza, anzi, potenziato dal calore emotivo), e soprattutto è contagiosa! 
Quindi, per sintetizzare: chi è gentile: 
1) produce bellezza;
2) è più felice;
3) ha un cuore più sano;
4) invecchia più lentamente;
5) ha relazioni migliori;
6) può contagiare gli altri. 

E dunque, non possiamo che condividere l’esortazione di Saverio Tommasi: “Siate ribelli, praticate gentilezza"! 

Vi sembra un'affermazione ossimorica? Assolutamente no, perché nel l'èra dell'individualismo e dell'isolamento come stile di vita, ma anche dell'omologazione passiva e acritica essere ribelli vuol dire proprio fare il contrario di ciò che normalmente vediamo fare! 

Noi ci proviamo, anche solo per fare bene a noi stessi, e magari poi qualcuno ci seguirà, foss'anche solo per curiosità... 

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Articolo fonte del post: gentilezza





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