Prolungamento dell'anno scolastico? 🤕🤕🤕🤕🤕🤕🤕🤕🤕

Luglio, col bene che ti voglio... 
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Da qualche ora circola in modo sempre più deciso (e non solo sui social, purtroppo...) la voce secondo la quale il primo provvedimento del Presidente del Consiglio Draghi potrebbe essere il prolungamento dell'anno scolastico 20/21. In soldoni, si tratterebbe di proseguire le lezioni fino a fine giugno. La motivazione sarebbe quella di recuperare il tempo perso. QUALE TEMPO PERSO? Noi non abbiamo perso tempo! Abbiamo lavorato di più, non di meno! Abbiamo passato mesi su mesi ad insegnare con tutti i mezzi possibili, a riunirci ad ogni piè sospinto, a riprogrammare e  a raddrizzare il tiro. 

Ne parlavo stamattina per i corridoi  con una cara e stimata collega prima di entrare in classe ed eravamo a dir poco perplesse, se non stizzite... Mi/ ci piacerebbe sapere se chi fa proposte di questo tipo ha mai messo piede in una classe: da fine maggio le classi bollono, la temperatura è altissima, i ragazzi non riescono più a concentrarsi, di condizionatori neanche a parlarne (durante gli esami di maturità ci contendiamo quei pochi ventilatori tirati fuori dai ripostigli per l'occasione...). 
Cosa pensiamo di ottenere da loro tenendoli in classe un mese di più? Certamente non un "recupero" del programma non svolto. Senza considerare il fatto che in tutte le scuole di ogni ordine e grado ci sono altre scadenze da rispettare e onorare a fine anno! A quando gli scrutini? A quando i recuperi estivi? Ma soprattutto: a quando gli esami di Stato? A LUGLIO, ovviamente... Ah, allora va benissimo! 

Vogliamo o non vogliamo capire che siamo tutti stanchi morti? La DAD stressa, affatica, esaurisce noi e i ragazzi! Noi perché dobbiamo adattarci ai tempi della comunicazione a a distanza, dobbiamo (secondo la geniale proposta della precedente ministra della pubblica istruzione Azzolina...) contemporaneamente interagire con studenti in classe e studenti a casa, cercando di stimolare i primi e di non abbandonare troppo i secondi ad una mattinata passata passivamente dietro uno schermo ad ascoltare (quando la connessione regge) e allo stesso tempo cercando di portare avanti porzioncine di programmi compatibili con il momento storico... I ragazzi sono stanchi e stressati dal continuo cambiamento di orario, di programma, di condizioni di studio. Non sono degli automi! 
Io (sarò solo io?) esco dal lavoro stanca e stravolta come mai mi è successo. Forse perché si tratta di una sommatoria di stanchezza fisica, psicologica e stress. Non lo so,non voglio sapere, cerco di non pensarci e di andare avanti. Ma non posso sentirmi dire che sto con le mani in mano e che devo lavorare (in queste condizioni, beninteso, non in altre...) un mese in più per fare quello che non ho fatto! Io ho fatto, ho fatto il massimo!!! E come me tantissimi altri colleghi, se non addirittura tutti, ne sono certa! 

E se proprio vogliamo dirla tutta, come la mettiamo con le ipotetiche "vacanze" dei figli delle famiglie meno abbienti, che per mancanza di soldi non possono permettersi di partire in alta stagione, quindi in genere "risicavano" qualche giorno di meritato riposo a fine giugno/ primi di luglio? Transeat... 

Ma al di là del calendario in sé (tutto si può fare...), io mi sento offesa e vilipesa dal mancato riconoscimento del lavoro fatto. Tutti pronti a pensare che noi docenti in questo maledetto anno e mezzo non abbiamo fatto e non stiano facendo nulla. 
Non è veroooooooooooooooooo!

Ci rendiamo conto da soli - perché siamo dei professionisti- del fatto che i livelli di preparazione non possono essere quelli degli anni precedenti, ma raddrizziamo il tiro! Chiediamo quello che possiamo chiedere e - soprattutto- cerchiamo di stare vicini ai nostri studenti e alla guerra che stanno combattendo contro lo stravolgimento delle loro vite. 
Non mi sembra proprio pochissimo...

Ma sicuramente la strana sono io... 

Ne quid nimis... 



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