Rientro nelle scuole al 200%

No, il titolo non è un errore. È il prossimo proclama, quello che mi aspetto di qui a un paio di settimane.
Secondo vari articoli che ho letto stamattina, infatti, tra una decina di giorni dovremmo essere pronti a rientrare in classe nelle condizioni di pre-pandemia (o giù di lì...). Come se non fosse successo nulla. Come se per un anno non avessimo vissuto una tragedia di dimensioni globali...
La domanda è: come? La risposta è semplice: come prima, no?
Le scuole sono sempre lì, le classi anche. Basterà riaprire i cancelli alla totalità degli studenti iscritti e il gioco è fatto...

Nel frattempo, tra le persone interessate all'evento (milioni di studenti e docenti) si scatena la ridda delle domande, delle perplessità, dei commenti, delle risposte incredule...

Come dice spesso mio padre, "le chiacchiere stanno a zero". Citiamo, quindi, i dati:
1) tutti i docenti sono in attesa della seconda dose di vaccino (l' incriminato e ben noto Astrazeneca), se mai sarà confermato che lo faranno;
2) nessuno studente ha ricevuto neanche la prima dose di vaccino, che ci dicono essere l'unica via d'uscita da questa piaga epocale;
3) in attesa che il vaccino faccia il suo nobile corso sappiamo che dovremo mantenere per mesi (o anni?) il sacrosanto distanziamento e la mascherina (o le mascherine sovrapposte, se preferiamo...);
4) i metri quadri delle aule nel frattempo non si sono magicamente dilatate, quindi gli spazi sono sempre gli stessi, anche se all'inizio dell'anno scolastico che ormai volge al termine ci è stato chiesto di riempirle con la metà dei banchi, in modo da garantire un necessario e imprescindibile distanziamento (all'epoca si parlava di "rime buccali", espressione che nessuno di noi dimenticherà mai più...);
5) nel frattempo non siamo rimasti in panciolle dentro le nostre calde e accoglienti case, ma siamo tornati a garantire una presenza almeno del 50%, cercando di approntare con tutte le nostre forze e tutto il nostro impegno (al contrario di quanto rileva un sondaggio pubblicato proprio oggi, che bolla con una quasi generale bocciatura i docenti di quasi tutto "il regno") una simil-didattica (l'ormai famosissima DaD) e cercando di stare il più vicini possibile ai nostri studenti, invitandoli a tenere duro, a comportarsi "bene" fuori scuola, a sperare nel futuro, a cominciare a prefigurarsi un ritorno alla quasi normalità a partire da settembre prossimo;
6) tutti i docenti hanno continuato a lavorare duro H24, con riunioni online di ogni genere, aggiornamenti professionali  continui, preparazione di lezioni a distanza e non, elaborazione di test, verifiche ad hoc, monitoraggi continui della situazione emozionale e psicologica dei nostri studenti (con colloqui de visu e a distanza, risposte a sollecitazioni via chat e via mail, stesura di Pdp di ogni genere, meeting a tutte le ore);
7) il tallone d'Achille della frequentazione scolastica degli studenti è sempre stata (e continua ad essere, mi pare...) il sistema dei trasporti, che non riesce a garantire il giusto distanziamento tra coloro che ne usufruiscono: vorreste dirmi che nel passaggio dal 50% al 100% degli utenti la situazione si risolverà magicamente? 

Come facciamo a convincerci che i tempi sono maturi perché tutto torni come prima? Con trenta studenti in classe alla vecchia maniera? Con quale distanziamento? Con quale implementazione del sistema dei trasporti? 
Tutti noi lavoratori della scuola capiamo che i ragazzi non possono sostituire per sempre il sistema di istruzione di vecchio stampo con la nuova DaD (o la DDI al 100%, se preferite...), ma non si era detto che il ritorno ad un "passato ormai modificato" sarebbe dovuto passare per una vaccinazione generale? 

Aiutatemi, vi prego. Vi giuro che non ci sto capendo più nulla... Da mesi, ormai... 
(immagine tratta da un post di Facebook di stimatissima collega, che qui ringrazio. Non ne ho trovata un'altra altrettanto adatta in tutto il web...) 

Per approfondimento, alcuni degli articoli  da me letti stamattina: 

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