Le iniziative didattiche che lasciano il segno


Oggi, al mio liceo, abbiamo avuto l'onore di assistere ad una lezione di Cittadinanza con la maiuscola iniziale. In Aula magna per due ore, "la presenza dello Stato" come ha detto uno degli illustri ospiti.
Ad assistere in presenza solo due classi, a rappresentanza dell'intero liceo. Perché, nonostante quello spazio abbia la capienza di circa 200 posti, il protocollo anti-covid non può essere bypassato per nessun motivo. Neanche se si tratta della possibilità (non da tutti) di accogliere il Procuratore generale preso la Corte di Cassazione, Giovanni Salvi, il Presidente della Regione  Lazio, Nicola Zingaretti, e il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi. 
Titolo dell'incontro: "Fare memoria insieme". Che, tradotto, significa fare un approfondimento sulla legalità, sulla situazione economica e sociale attuale, ma anche ricordare il passato e, soprattutto, fare un doveroso tributo a chi ha dato la vita per lo Stato come lo conosciamo oggi. 

Tutto è partito un anno fa, quando il mio liceo ha avuto l'onore di avere in consegna per un anno il prezioso codice penale appartenuto a Giovanni Falcone, che oggi veniva riconsegnato a chi di dovere perché l'ideale staffetta possa proseguire, con la consegna ad altre scuole e ad altri studenti fortunati. E così abbiamo potuto trascorrere  due ore di lezione di vita, due ore di iniezione di fiducia, due ore di racconti e recupero di memorie preziose. Due lunghe ore iniziate con una prolusione che mi ha spiazzato: "La lectio magistralis l'avete fatta voi, ragazzi, con quel bellissimo documentario che avete  proiettato all'inizio dell'incontro, che ha ricostruito i momenti essenziali della vita di Falcone". Non può non far piacere pensare che il semplice  lavoro di un modulo di Educazione civica di alcuni nostri studenti ha colpito nientemeno che il Procuratore Salvi, una persona che rispetto a noi poveri mortali è nell'Olimpo della legalità! 
Eppure- pur avendo tutte le carte in regola per poterlo fare- non ha tenuto una lezione ex cathedra, ma è sceso al livello dei ragazzi, ha raccontato in modo semplice, si è persino emozionato in certi passaggi più forti, li ha letteralmente avvinti. Segno palpabile di ciò il silenzio quasi sacro che ha regnato interrotto nell'aula magna per quasi due ore. Fino al momento delle domande finali, che ha visto i ragazzi farsi coraggio e raggiungere il tavolo degli ospiti e chiedere al microfono quello che a loro più interessava. Ad esempio (è la domanda di uno studente che qui chiameremo semplicemente Francesco) se, oltre all'opera di repressione della criminalità organizzata per la quale ringraziamo le forze dell'ordine per il lavoro che svolgono quotidianamente, sono previsti dei progetti di riqualificazione delle periferie urbane in grado di dare ai bambini e ai giovani degli obiettivi e dei modelli positivi da seguire. Per elaborare questa domanda lo studente è partito dalla lettura del libro "Le idee restano" di Maria Falcone, di cui lo ha colpito il passo in cui l'autrice si chiede perché a Palermo i bambini preferissero prendere come esempio i mafiosi invece di Falcone o altri eroi che combattono per la giustizia.  La risposta (a questa come alle altre due domande poste da altri studenti come quello succitato) è stata breve, sintetica ma efficace: la repressione, da sola, non basta. Serve anche la formazione, quella preziosa, quella che fanno le scuole, quando i docenti insegnano, formano e passano testimonianze. Perché sono queste, soprattutto, a lasciare il segno... E la Scuola non può esimersi dal creare - quando può- l'occasione perché queste siano consegnate ai cittadini in formazione! Il messaggio finale è di quelli da "sursum corda", tanto preziosi in questo momento storico:  "La guerra non è ancora vinta perché è lunga e la mafia cambia in continuazione. Ma non dobbiamo abbassare la guardia solo perché ci sono meno omicidi e meno fatti eclatanti. Se Cosa Nostra oggi è costretta a muoversi sotto traccia è merito nostro e del grandissimo lavoro fatto! ".

Perché" la Mafia è un fatto umano, e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà una fine" 
(Giovanni Falcone) 

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