Finalmente di nuovo a teatro!

Un piccolo palcoscenico può diventare grande: dipende da chi lo calca!
Non sono parole mie, ma del mitico Totò. Le trovate citate, in modo più che appropriato, sulla pagina Facebook de "Il piccolo teatro dell'arte".
Ed effettivamente l'aspetto iniziale è quello di uno spazio angusto, piccolo, non sufficiente.
Eppure ce ne siamo dimenticati ben presto, appena iniziato lo spettacolo! Questo vuol dire che non importa affatto il posto, quando si è nel posto giusto con le persone giuste! Nel mio caso, le persone giuste erano i miei amici di sempre, che hanno creato l'occasione per rivedersi e per rimettere finalmente piede in teatro (per me era addirittura la prima volta dell'èra post Covid...). Il posto giusto era quel piccolo teatro situato nella periferia di Roma.
La pièce si intitolava "L'eterna illusione", andata in scena venerdì, sabato e  domenica in una tre-giorni di discreto successo. Si tratta di una gradevolissima e divertentissima commedia borghese (ma non troppo), in costume e di carattere (ma non troppo), attuale e moderna come poche.
Dialoghi gustosissimi, mimica facciale e gestualità corporea da professionisti del palcoscenico (altro che teatro amatoriale!).
Trama non scontata, intreccio vivo e interessante in un crescendo di vivacità espressiva sino alle ultime battute (un geniale labiale che scatena la risata generale...).

Che altro aggiungere? Niente, perché non sono una critica teatrale. 
Non posso però chiudere senza aver evidenziato la bravura dell'attrice Catia Cesaroni, che interpretava addirittura due ruoli (peraltro diversissimi tra loro), entrambi con freschezza, verve, carica, decisione e immedesimazione non indifferenti.
Complimenti, Catia! Onorata di conoscerti!
(Cesaroni, a sinistra, qui nei panni della domestica) 

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