Uscite didattiche. Di nuovo a teatro!

"Un'anima tormentata, senza tregua" 

23 novembre 2021: data memorabile, in cui proviamo a tornare ad una quasi-normalità. Stamattina prima sospirata uscita didattica dell'èra post-Covid per assistere allo spettacolo teatrale "Madame Bovary".

Finalmente!!!
È chiaro a tutti il fatto che la pandemia non è affatto finita e che la strada per uscire da questo angosciante tunnel è ancora lunga e faticosa, ma l'idea di tornare a fare (se pur mascherati e seguendo tutti i protocolli del caso) le attività che facevamo con nonchalance nel lontanissimo febbraio 2020 dell'èra pre-Covid ci dà un po' di respiro...
Che dire?
Che lo spettacolo messo su dai bravissimi Annig Raimondi e Antonio Rosti è bellissimo, intenso e coinvolgente come pochi altri a cui ho assistito. Che la bravissima scenografia e attrice Annig Raimondi a fine spettacolo ha fatto i complimenti alla nostra scolaresca per il silenzio e l'attenzione mostrati in due ore. Che l'arrangiamento del celebre e bellissimo romanzo flaubertiano è a mio avviso molto ben fatto e di alto livello professionale.
Al centro della vicenda l'anima tormentata per antonomasia, Emma Bovary, scontenta della sua quotidianità, della sua vita coniugale, della vita tutta. Persino la sua maternità non la manda in visibilio: invece che gioire della sua pargola si  angoscia di aver partorito una figlia anziché un figlio, cosa - quest'ultima- che l'avrebbe resa più felice in quanto la donna, per quanto possa essere libera, rimane sempre "legata con un nastro" e non può spiccare il volo come vorrebbe... 
Anche Emma avrebbe voluto essere libera e felice, invece non conosce felicità, ma solo insoddisfazione, angoscia, depressione, delirio. Il suo rapporto con il marito Charles si dimostra subito per quello che è: insipido, deludente, inappagante ("Le conversazioni di Charles Bovary sono piatte come un marciapiedi!"). Chiunque altro, al suo confronto, brillerebbe di luce propria agli occhi di chicchessia, figuriamoci a quelli di una donna infarcita di bei romanzi, belle storie, belle pagine letterarie! Per questo non ce la fa ad accettare una vita grama e grigia, lei che ha conosciuto i colori dell'arcobaleno. Per questo preferirà patire l'estremo supplizio.

Bravissimi i due attori, che da soli hanno calcato le scene per quasi due ore, ricoprendo più del classico unico personaggio! Azzeccatissima  l'impostazione non diacronica, che con una serie di analessi e prolessi rendono benissimo l'idea della follia incipiente della protagonista!
Geniale la presenza del dialogo a distanza con l'autore, Flaubert, cui l'attrice si rivolge spesso e volentieri come si parlerebbe ad un amico. 

Un dramma datato? Tutt'altro! Alcuni escamotage lo rendono attualissimo, in primis la presenza della "voce del borgo" (i rumores, i rumors, le notizie da social) che spesso e volentieri entrava a gamba tesa nell'evoluzione della vicenda...

In sintesi, un piccolo capolavoro per rendere ragione al bravissimo Flaubert, maestro del Realismo francese e scopritore di un nuovo modo di fare romanzo. Nuovo e angosciante, come tutte le opere letterarie non edulcorate...
Grazie, Gustave! 

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