Addio al grande Piero Angela...

Oggi siamo tutti letteralmente più poveri: ci ha lasciato il grande Piero Angela, massimo divulgatore scientifico dell'ultimo secolo. 
Abbandona questa terra a novantatré anni, di cui ben settanta dedicati a lavorare per la divulgazione della Scienza. Una battaglia, la sua, in favore del pensiero scientifico e razionale. Una vera personale crociata in favore dello studio e della ricerca. 
Uomo poliedrico e attivissimo, tra le sue passioni ha sempre avuto la musica (in particolare il jazz) e la scienza, ovviamente,  conseguendo ben 12 lauree honoris causa- non so se mi spiego...
 
Un gigante: impossibile definirlo in altro modo...
Grande anche nel commiato, per quel suo bellissimo messaggio "postumo" lasciato da divulgare  alla pagina social Facebook di Superquark. In esso si legge, oltre ad una mirabile capacità di conformarsi alle novità dei tempi, quella delicatezza espressiva che lo ha sempre contraddistinto. Il testo (bellissimo, che vi invito a reperire sul web e a leggere per intero, con calma e nel giusto e sacro silenzio) comincia con "Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi"  e si conclude con "Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese. Un grande abbraccio. Piero Angela". Si protrebbe immaginare un testamento virtuale più delicato ed efficace allo stesso tempo? 
Decisamente no. Anche in questo caso, come ha sempre fatto nel campo di cui era Maestro, riesce ad affascinare con l'arte della parola, che egli padroneggiava benissimo, dato che nei suoi programmi riusciva sempre a parlare in modo semplice delle cose più difficili, portando tanta Cultura nelle case degli Italiani tutti, anche quelli con i titoli di studio più bassi... 

Muore dopo una lunga malattia, che tuttavia ne deve aver fiaccato e sfinito il corpo, ma non la mente, visto che sino agli ultimi giorni ha lavorato e lavorato, registrando -ad esempio- alcune puntate inedite del programma che lo ha reso famosissimo, e che quindi andranno in onda postume, emozionanondoci ancor più... In televisione ne ho visto qualche secondo di anticipazione, in cui il grande Piero (nel mio immaginario una sorta di Novello Plinio il Vecchio) afferma: "Con il programma di oggi saranno esattamente 70 anni che lavoro ininterrottamente per la Rai". Una cosa impensabile ai nostri giorni, in cui siamo tutti quasi naturaliter (purtroppo) portati verso lavori temporanei, a tempo determinato oppure (nel "fortunato" caso di contratto a tempo indeterminato) non più lunghi di un trentennio, visto che si entra in campo lavorativo sempre più tardi... 
Per questo motivo risultano tanto più preziosi il suo modello, fatto di uno studio lungo una vita, di ricerca eterna, di tendenza al perfezionamento di sé. Senza accontentarsi e senza considerarsi arrivati. Mai.

Ora il testimone passa al suo fortunatissimo e brillantissimo figlio, Alberto, che da anni ha intrapreso lo stesso lavoro del grande padre, pur considerandolo irraggiungibile e irripetibile (come ha avuto modo di dichiarare in una recente intervista). "Semplicemente" rimboccandosi le maniche e seguendo pedissequamente le tracce del padre, la strada segnata da lui, l'odore di cultura che deve sempre aver respirato dentro casa sin dai tempi della sua fanciullezza. Che tuttavia non basta, purtroppo, come sanno bene tanti genitori... 
Se non scatta qualcosa dentro, neppure tale humus è elemento necessario e sufficiente... 
Meravigliosa questa traditio lampadis (per niente scontata e nient'affatto dovuta, purtroppo...), di cui Alberto deve essere onorato e fiero, pur in questo momento di lutto.

Stamattina ho sentito alla radio (nel dettaglio, su Radio Freccia) alcuni interventi di "sfrecciati" che volevano ricordare a loro modo il "nostro" grande Piero. Tutti molto belli e toccanti, ma uno mi ha colpito più di tutti: l'ascoltatore ricordava quando ebbe la fortuna di incrociarlo in una stazione ferroviaria. Scendeva da un Freccia Rossa vestito di tutto punto e procedeva elegantemente al braccio di una signora (presumibilmente la moglie, si diceva): né lui né qualcun altro degli astanti ebbe la prontezza di andare a chiedere il solito selfie. Perché davanti ad un gigante si resta bloccati da una reverenza sacra, quasi religiosa! Meraviglioso, no?

Per questo e per tutto il resto che ci hai donato e lasciato nel tuo passaggio su questa terra, seminando Cultura su Cultura, grazie infinite, grandissimo Piero! 
Che la terra ti sia lieve...

Noi ce la metteremo tutta per non dimenticarti mai e per attendere i frutti della tua preziosa semina... 

Non potevo che riutilizzare la bellissima foto usata dal figlio stamattina su Twitter per comunicare al mondo intero e al web la triste notizia, perché a mio avviso testimonia benissimo la sua grande  bellezza interiore, che passa dallo splendore degli occhi... 

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