Sono una Boomer e ne vado fiera


Perché nel linguaggio dei giovanissimi sono etichettata come Boomer? 
Ho cercato sul web e ho trovato la seguente schematizzazione: 
  • Generazione perduta (1883-1900)
  • Greatest Generation (1901-1927)
  • Generazione silenziosa (1928-1945)
  • Baby boomers o più  semplicemente "Boomers" (1946-1964)
  • Generazione X (1965-1980)
  • Generazione Y o "Millennials" (1981-1996)
  • Generazione Z o "Centennials" (1997-2012)
  • Generazione Alpha o "Screenagers" (2013-oggi). 
Per motivi di semplificazione, poi, circola anche la seguente suddivisione: 
> Generazione Silenziosa (nati tra anni '20 e '40) 
> Baby Boomer o semplicemente Boomers (tra anni '40 e '60)
> Generazione X (tra anni '60 e '80) 
> Generazione Y o Millennials (tra '80 e 2000) 
> Generazione Z (dal 2000 al 2010)
> Generazione Alpha o Screenagers (dal 2010 ad oggi).

La differenza è minima e si tratta davvero di lana caprina... 
Stiamo parlando, in ogni caso, della suddivisione in "generazioni culturali". L'ambito è quello sociologico. 
In sociologia, infatti, "il termine generazione identifica un insieme di persone che è vissuto nello stesso periodo ed è stato esposto a eventi che l'hanno caratterizzato. Una generazione raggruppa, cioè, tutti quegli individui segnati dagli stessi eventi, ed è distinta dal concetto statistico di coorte dal fatto di condividere un comune sistema valoriale e una comune prospettiva sul futuro. Definibile solo a posteriori, cioè quando la sua influenza sulla storia e nella società è terminata, una generazione è spesso in almeno una forma di conflitto con la precedente, qualità che contribuisce a caratterizzarla. Gli eventi influiscono sulla generazione che li ha vissuti, determinandone dunque un mantenimento di caratteristiche proprie di quel momento storico, culturale e sociale" (wikipedia, pagina relativa). 

Il termine "Boomer", in particolare, ha avuto molta diffusione grazie al tam-tam mediatico dei social, finendo poi su meme, ma anche magliette, felpe e accessori vari. Partito dall'uso dei giovanissimi, che, quando ripresi sul web dagli adulti per loro post, storie, video, iniziarono a rispondere con un paternalistico (!): "Ok, boomer!", è diventato poi un'etichetta per gli anziani che frequentano attivamente i social sul web... 

Boomer, in sostanza, "è chi ricorda con un sospiro nostalgico i bei vecchi tempi di una gioventù ormai tramontata, chi fa osservazioni generalizzate e senza sostanza sui ragazzi di oggi, chi –peggio ancora– accusa teenager e ventenni di comportamenti insensati o negativi. Un elemento fondamentale del boomer è il sospetto: storce il naso alle novità e vede come possibili trappole le innovazioni" (Giulia Blasi). 

Semplice, quindi! Come quando - ancora fuori dal mondo digitale- alzavamo gli occhi al cielo nel fatidico momento in cui i nostri nonni (ma anche i genitori) iniziavano a tavola la loro paternale con "Ai miei tempi...". Sono cambiate le modalità, ma non la sostanza! Il gap generazionale assumerà forme sempre diverse, ma non scomparirà mai! 

Se mi ci ritrovo? Ovviamente sì! A modo mio, ma sì!!! 😉😉😉😉😉

Per approfondimento sull'articolo di Giulia Blasi, da cui ho preso prezioso spunto e di cui leggerò presto il libro citato, "Rivoluzione Z":

Ok Boomer!

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