Docendo discitur



Spesso il male di vivere ho incontrato

Spesso il male di vivere ho incontrato
era il rivo strozzato che gorgoglia
era l’incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiude la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza

del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

Chi non conosce questa famosissima e bellissima poesia di Montale? Io la adoro da sempre, e i miei studenti ti ed ex studenti lo sanno benissimo! 
Bene, girando  su Facebook qualche tempo fa mi sono imbattuta in un post interessante, che mi ha fatto pensare. 


Una poesia breve ed efficace ANCHE per la sua brevitas
Una poesia prettamente montaliana proprio per la presenza del correlativo oggettivo, del cui uso Montale fu maestro pressoché unico. 
Chiarissime le immagini del correlativo oggettivo della prima strofa (il rivo strozzato che gorgoglia,  l’incartocciarsi della foglia riarsa, il cavallo stramazzato, in evidente klimax ascendente),  molto meno quelle della seconda, che mi ha sempre dato da pensare.
 
Secondo l'autore del post sotto riportato il poeta con le tre immagini un po' più criptiche della statua, della nuvola e del falco potrebbe aver deciso di "trasmettere il senso di una liberazione, a farci sentire un alleggerimento del «male di vivere»". 

Ed effettivamente questa è l'interpretazione che mi ha sempre convinto di più, forse guidata in questa direzione da una bella e ben strutturata analisi del testo  dei libri di cui mi sono sempre servita durante le mie lezioni. 
E fin qui nulla di eclatante... 

Allora qual è il motivo di questo post? 

Farvi leggere una piccola pagina della SCUOLA CHE MI PIACE, quella in cui i ragazzi non sono solo ascoltatori passivi delle verità che escono dalla bocca dell'insegnante, ma cooperano alle lezioni stesse, fornendo la loro possibile interpretazione di un passo/ di un testo/ di un'espressione. 
Esatto, i ragazzi. Perché sono loro - secondo questo post - quelli che "scoprono" il reale significato nascosto dietro quei tre correlativi oggettivi della seconda strofa della bellissima e notissima poesia di Montale: è uno di loro che nota il fatto che in questa seconda klimax a crescere è il senso di libertà, perché la statua è ancorata a terra e non ha speranza di potersi muovere, la nuvola si muove, ma trasportata dal vento, non certo di sua volontà, il falco e solo il falco spiega le ali e va dove vuole! 

Capite bene che il ragazzo che ha "scoperto" questo messaggio di questa poesia probabilmente non lo dimenticherà più nella vita! 
Per questo i nostri studenti vanno sempre incoraggiati ad interpretare, argomentando! Anche quando a noi docenti di accappona un po' la pelle perché ciò che ci dicono cozza in modo evidente con la sintassi del testo, ad esempio, o quando nasce da una traduzione grammaticalmente errata... Intanto stimoli a sentire e diamo loro l'opportunità di spiegarsi. Poi diciamo loro con calma e con gentilezza perché non possiamo essere d'accordo, ma sempre ringraziandoli del contributo dato e del tentativo fatto!
Esatto: ringraziandoli! Perché è ANCHE grazie a loro che noi docenti, insegnando, impariamo ogni giorno dai nostri discenti, proprio come recita il famoso adagio latino "Docendo discitur" (=insegnando si impara)! 

Questa è Scuola! Per citare un famoso prof tiktoker che ha inventato un'espressione simile, La-scuola-che-ci-piace! 


Per chi ha Facebook segue il post intero: 

https://www.facebook.com/1569709636/posts/10222335651091367/

Commenti

I più cliccati!

In ricordo di Piero

AppassionataMente