La mia seconda Medea a teatro

"Una belva feroce come il mostro Scilla del Mar Tirreno

Oggi, la mia "seconda volta" di Medea, ma stavolta nello scenario del Teatro greco di Siracusa. 
Altro contesto rispetto alla "prima volta": un odore di Grecia che esala dalle pietre, che circola con l'aria che respiri, che vedi nei colori del tramonto siciliano. 
Stessa tragedia, notissima ai più: il capolavoro euripideo che ha scavalcato i secoli con la sua potenza catartica. La straniera e maga Medea che, ripudiata dal marito Giasone in vista di un "matrimonio politico", per punire il fedifrago nel peggiore dei modi punisce anche se stessa due volte. Con un crimine orrendo, probabilmente il peggiore che si potrebbe immaginare (se fosse possibile farne una "classifica").
Quanto all'interpretazione, posso commentare solo con un aggettivo: "Pazzesco". 
Copione fedelissimo al testo greco, attori bravissimi e dalla recitazione intensa, messa in scena moderna, innovativa e simbolica. 
Mi sono permessa una sola osservazione sulla traduzione del termine θυμός, reso con "passione", mentre a mio avviso è tutt'altro, tanto più che il riferimento alla passione porrebbe il debate tra Medea e Giasone su un altro tipo di livello, come ho sempre.detto a lezione... 😉 
Ma queste sono piccolezze da malate di filologia... 
Torniamo ai dati importanti.
Teatro al limite della capienza (un mio studente partendo da dati tratti da wikipedia ha calcolato che su quegli spalti dovemmo essere più di 5000...), audio ed eco perfetti, luce naturale arricchita da fari ad hoc, con luce simbolica ora bianca ora rossa. Ragazzi (i nostri) in religioso silenzio e concentratissimi dall'inizio alla fine dello spettacolo, ovvero per 2 ore intere. 
E così i miei ragazzi hanno chiuso nel migliore dei modi possibili il loro studio della letteratura classica, andando a vedere che effetto fa la rappresentazione di una tragedia greca nel suo luogo "naturale". E hanno conosciuto l'effetto che fanno eleos e phobos sull'animo dello spettatore, che esce dal teatro immerso nella sacra catarsi. E hanno finalmente capito di cosa si tratta, visto che per tre anni hanno chiaramente pensato che io fossi un'invasata!
Tutti in piedi, alla fine, per un lunghissimo applauso corale. 
Per me, la prima volta in un teatro greco. Con loro, alla loro prima volta in assoluto. Non poteva essere che così! 

Bravi, ragazzi! Le vostre riflessioni di fine spettacolo, con le ipotesi interpretative, le osservazioni pertinenti, lo scambio emotivo di battute sono stati quanto si più bello si possa immaginare quando si fa riferimento al concetto di "lezione condivisa"! Mi segnerò i vostri preziosi input nel mio quaderno di appunti professionali, per non dimenticarmene negli anni a seguire! 

Per approfondimento su spettacolo e dati:

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