Altro giro altra corsa!
Oggi, 11 settembre 2025, inizio delle lezioni nel mio istituto. Abbiamo deciso di anticipare un paio di giorni per "permetterci" due "ponti" durante l'anno.
Qualche ora fa, mentre uscivo dal mio centro abitato per immettermi nel solito immancabile traffico quotidiano di inizio giornata lavorativa, passando davanti ad un istituto comprensivo a me ben noto, osservavo le mie colleghe arrivate prestissimo che si incamminiamo verso l'ingresso ancora solitario e privo delle folle di genitori pronti ad immortalare l'ingresso a.scuola dei loro pargoli. Passo affaticato (e siamo solo al primo giorno!), borsa pesante sotto braccio (chissà perche ci ostiniamo a portare tutti quei materiali in classe?) ma sguardo acceso da lucette negli occhi. È lo sguardo di chi ama il proprio lavoro e lo affronta DAVVERO con lo spirito del missionario! Pensate che io stia esagerando? Vi dimoatro che non è così elencandovi le prime caratteristiche del mio amato lavoro che mi vengono in mente:
1) sveglia quasi sempre all'alba;
2) adempimenti infiniti da espletare in ogni momento dell'anno;
3) responsabilità sempre più gravosa sui nostri discenti;
4) rapporto con i genitori sempre più "faticoso";
5) lezioni da rivedere sempre, anche dopo decenni di insegnamento, perche NESSUNA classe è uguale ad un'altra;
6) riunioni su riunioni, in presenza o online;
7) pacchi di compiti da correggere che ti prendono ostaggio il 15 settembre e ti rilasciano ("dietro cauzione") intorno al 20 luglio;
8) tragitto casa / lavoro sempre in orario di punta.
Vi basta?
E non dimentichiamo il viaggio infinito che devono dare i colleghi pendolari, che sempre più spesso attraversano non città né "solo" province, ma regioni!
Proprio ieri, durante una di quelle riunioni propedeutiche si cui sopra, parlavo con una collega appena arrivata al mio liceo, che mi raccontava di fare ogni giorno il tragitto Benevento / Roma. Sintetizzo la sua giornata: sveglia a botte fonda, tecnologia da Benevento alle 5.20 (non ne esiste un altro in orario per lei utile per attaccare a acuola alle 8.00...), arrivo alla Stazione Termini e passaggio su due metropolitane successive (perché la mia scuola è in periferia). Mattinata in classe secondo orario di servizio. Stesso tragitto per il rientro (se non sono previste riunioni in sede che la costringono a correre per prendere l'ultimo treno utile da Roma a Benevento). Eppure ha accettato, per il punteggio...
Stessa trafila il giorno successivo. E quello dopo. E quello dopo ancora. Per più di 200 giorni di scuola (e molto oltre, se si è fortunati e si viene nominati come commissari interni o esterni per gli Esami di Stato).il tutto per una modica spesa mensile di circa 500 euro (che poi andranno in detrazione, per carità, ma che comunque vanno scalati dal già misero stipendio mensile...).
Secondo voi, quanto può logorare una vita del genere? Sarà lecito ricordare che di atress ci si può ammalare?
E ora - nonostante tutto- indosso (e indossiamo tutti) un bel sorriso per andare ad incontrare i miei adorati ragazzi, giustamente vocianti nelle loro classi. Perché anche per loro oggi ricomincia un logorante tran tran quotidiano fatto di corse mattutine, non dimentichiamolo!
Detto tutto questo, buon anno scolastico 2025/26 a tuttie tutte!!!
N.b. la foto (che ritrae una mia uscita all'alba) è chiaramente esemplificativa. Non è quella la mia mise lavorativa!!! 😉
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